Gli Swedish House Mafia si dividono, all'UMF è stata la loro ultima esibizione

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    La Repubblica, 22 Marzo 2013

    Si apre oggi a Miami l'ultimi weekend dell'Ultra Music Festival, il più grande raduno di dance music elettronica del mondo, con un cast che vede la partecipazione di tutti i più grandi nomi della scena internazionale. Ma soprattutto il Bayfront di Miami sarà lo scenario dell'ultimo, attesissimo, concerto degli Swedish House Mafia, che diranno addio al pubblico prima di sciogliere il loro sodalizio. Hanno già suonato a Miami lo scorso fine settimana, in apertura del festival, davanti a una platea di quasi centomila persone in delirio. Lo faranno di nuovo per chiudere il festival e un'avventura musicale durata dieci anni e segnata da una sequela di clamorosi successi, l'ultimo dei quali, "Don't you worry child", è uno dei tormentoni dei mesi scorsi.

    Sono tre, e nessuno di loro imbraccia una chitarra o suona uno strumento tradizionale. Eppure sono una band. Certo, una band piuttosto singolare, anzi addirittura unica nel suo genere perché è una band di disc jockey, un trio di dj che suona insieme, si esibisce insieme, realizza dischi insieme. E, soprattutto, sono delle superstar, Sebastian Ingrosso, Axel Christofer Hedfors, in arte Axwell, e Steve Angello, due album alle spalle, oltre 3,4 milioni di singoli scaricati, migliaia di serate dal vivo con centinaia di migliaia di persone e ora l'addio, giusto quando sono al vertice della fama e del successo.

    I tre amici, dopo dieci anni di lavoro insieme, hanno deciso di andare ognuno per la propria strada, di coltivare ognuno i propri interessi e la propria
    carriera e, dopo un ultimo grande concerto, chiudere la "ditta" per il momento. "Il successo che abbiamo avuto è stato ed è straordinario", ci dice Sebastian Ingrosso, "e siamo ancora molto amici, siamo in ottimi rapporti, non ci sono problemi tra di noi. Pensiamo però che proprio per questo sia il momento buono per fare delle cose diverse, per non ripeterci e metterci ognuno sulla propria strada. Siamo "super excited" di cominciare da soli, di fare altra musica. Ma è ovvio anche che ci dispiace finirla qui".

    Amici lo sono davvero, soprattutto Angello e Ingrosso, che si conoscono fin da bambini e hanno sempre condiviso le proprie passioni musicali. Ma mentre i ragazzi delle generazioni precedenti pensavano di imbracciare una chitarra elettrica e mettere su una band, i due, nati negli anni Ottanta, hanno sempre amato la dance e i piatti da dj: "Dieci anni fa non c'era una scena dance e house in Svezia, noi siamo stati tra i primi e abbiamo sempre pensato alla musica insieme. Ci è venuta naturale l'idea di mettere su una band di dj e poi, quando abbiamo conosciuto Axwell tutto è cominciato davvero. Lui ci aveva sentito suonare, ci ha chiesto di venire in studio a fare qualcosa con noi ed è stato semplice passare al punto successivo. Volevamo fare una cosa diversa, cambiare il classico format della dance con un dj sul palco, volevamo che la nostra musica fosse un prodotto collettivo, in cui entravano ritmi, melodie, idee diverse. Nei primi cinque anni ci siamo mossi nei piccoli club, facevamo la nostra musica e ci divertivamo. Poi hanno iniziato a chiamare i grandi festival, il pubblico è cresciuto e siamo arrivati al punto in cui siamo oggi".

    Se già è difficile essere in una band rock, dove ognuno vuol dire la sua, in una band di dj, mestiere individualista per eccellenza, la convivenza deve essere stata ancora meno semplice: "No, perché alla base c'è una grande amicizia e soprattutto un grande rispetto. Per creare l'atmosfera, l'energia giusta devi essere un amico leale, devi pensare al risultato finale, la gente avverte se stai facendo spettacolo da solo e la cosa, con noi, non funziona".

    E la passione ha guidato, fino ad oggi, le scelte del trio, che è riuscito ad affermarsi in una scena, quella della dance, che negli ultimi due o tre anni è diventata affollatissima: "E' vero, oggi la dance è di moda, c'è molta "hype" attorno a noi, ma è anche vero che questa è la musica di una generazione, che i ragazzi di tutto il mondo, in ogni parte del pianeta, ascoltano questa musica, che li diverte e li rappresenta. Certo oggi ci sono migliaia di dj in giro per il mondo, ma come per ogni cosa ci sarà un "quality test" e quelli che hanno delle doti, delle idee, del genio, resteranno".

    Già, ma che musica è quella degli Swedish House Mafia? Pop, house, techno, echi di rock, canzoni, nel loro mix entra di tutto, senza problemi di generi o di stile, musica dance elettronica insomma: "Ci piace molto spaziare tra suoni e atmosfere diverse, ma ci piace che abbiamo il nostro segno. Abbiamo amato ogni pezzo, ogni remix, i brani melodici e quelli fatti solo di groove, ognuno ha dentro una parte di noi. C'è la disco, il funk, il soul, la melodia. Come chiamarla? non è molto importante, si tratta di "electronic dance music", e tanto basta".



    DJ Mag Italia, 25 Marzo 2013

    Il tempo di concludere la loro performance all’Ultra Music Festival di Miami, è già il loro sito internet non esiste più. Se si digita www.swedishhousemafia.com, si viene infatti indirizzati a www.onelasttour.com, dove esiste soltanto una home page quasi listata a lutto. Se l’UMF avesse avuto bisogno di una chiusura con il botto, non poteva esserci situazione migliore dell’ultima esibizione in assoluto del trio svedese. L’ultimo atto di un tour che sarebbe già dovuto terminare da tempo e che invece è stato procrastinata sino a stanotte. Stavolta pare sul serio finita. “E’ stato come l’ultimo giorno di scuola” ha dichiarato a caldo Axwell, disimpegnatosi nella circostanza insieme ad Ingrosso persino alle batterie elettroniche. Speriamo che serva a chi pensa e scrive ancora che i dj’s non suonano perchè non sanno suonare uno strumento. No comment. La performance definitiva degli SHM è stata l’autentica super-ciliegia su torta gigantesca, due week-end che hanno visto a radunarsi a Miami il meglio della cosidetta EDM. Per chi non l’ha vissuto, sussisteva la possibilità di collegarsi in diretta sul sito dell’Ultra e vedere la diretta dei vari dj sets. Inutile fare paragoni con la realtà italiana, dove festival degni di questo non potranno mai realizzarsi sino a quando non ci sarà il supporto delle istituzioni e degli sponsor. Il mondo è grande, l’Est Europeo pullula di festival, non si devono fare 10mila chilometri per partecipare alle kermesse dance. Di Ultra Music Festival, però, ne esiste uno soltanto.
     
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