Bambini, è l'ora della birra

Paese che vai, usanza che trovi. Succede anche nel villaggio globale. Le cronache di questi giorni parlano chiaro: se in Italia infuria la polemica sull'abuso di alcol nei locali pubblici e si scatena il dibattito sul divieto di vendere cocktail e birre ai minorenni, in Giappone impazza una nuova moda, quella della birra per bambini.

Il successo di questo prodotto è tale che gli stessi consumatori da settimane hanno inserito il video dello spot su You Tube e nessuno, neanche il più ligio dei giapponesi, si è indignato a guardare i piccoli alle prese con bicchieri di birra, festanti insieme ai loro genitori.

In realtà di alcolico questa bevanda non ha nulla, tranne l'aspetto esteriore e il gusto amarognolo. Tuttavia i dubbi sugli effetti che potrebbe avere sui baby consumatori sono allo studio di molti psicologi ed esperti occidentali di marketing. I quali non hanno mancato di sottolineare che, nonostante la finta birra non provochi dipendenza fisica (in quanto non contiene alcol), può tuttavia innescare la curiosità e indurre in pochi anni all'abuso di bevande alcoliche. Ma i giapponesi degli allarmi sembrano non accorgersi e di questo prodotto ne hanno fatto un trend.


Il successo è stato tale che l'azienda produttrice, la Sangaria, ha deciso di immettere sul mercato dei cloni (sempre analcolici) di vino, spumante e cocktail. Rivolti natuarlmente al target dei bambini. Per la gioia dei genitori, come si evince dai blog giapponesi, che riportano foto di compleanni e party in cui i piccoli brindano con calici di vino e boccali di birra.

A rendere ancora più simili queste bevande agli alcolici, il packaging (bottiglie scure da 33 cl) e le confezioni da sei. Che nei supermercati giapponesi stanno andando a ruba. Ma se l'idea e il concept (speriamo anche la diffusione!) sono tutte rivolte al mercato nipponico, un particolare non può sfuggirci.

E anche in questo emerge la segreta (ma non tanto) ammirazione degli orientali per il Belpaese.

In una delle etichette dei nuovi prodotti Sangaria campeggia infatti un bambino intento a pigiare l'uva in un tino; sullo sfondo, i trulli di Alberobello. Cosa ci facciano e come si inseriscano nel contesto, per noi resta un mistero. Un mistero com'è, del resto, la leggerezza dei genitori del Sol Levante nel comprare casse di birra e litri di finto vino ai loro bambini.
Ma, l'abbiamo detto poc'anzi, Paese che vai...