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La mamma, Elena, arriva al Tribunale per i minorenni con la foto del figlio Giorgino appoggiata sul cuore e il dolore stampato in faccia. "Voglio giustizia per il mio ragazzo, voglio sapere perché me lo hanno ammazzato", sussurra prima di entrare in aula. E quando le danno la parola, ultima audizione della mattinata, mostra l'immagine ai giudici, ai rappresentanti della procura, al giovanissimo imputato, alla madre di lui e del fratello accusato del concorso nel delitto. Si è conclusa così l'udienza preliminare per l'omicidio del parco di via Vibò, un assassinio per motivi da niente. Giorgino, George Munteanu, aveva 15 anni e origine romene. Il pomeriggio del 30 gennaio era con l'amico Alex. Vennero avvicinati da due fratelli di 17 e 26 anni, romeni anche loro, con la scusa di una sigaretta. Bastarono un gestaccio e la risposta - "non fumiamo" - a innescare una scazzottata. E per lui, colpito da cinque coltellate, fu la fine.
Il minore dei fratelli sotto accusa, arrestati dalla Mobile nel giro di poche ore, adesso siede a fianco del suo avvocato e sembra ancora più piccolo. È il primo a essere sentito, sgomberata l'aula dagli estranei, estromesse anche la zia e la cugina della vittima, perché va valutato il suo grado di maturità. "Non volevo uccidere. Avevo io il coltello. L'ho sventolato per spaventare. Giorgino non ha parlato. Mi è venuto incontro. Non ricordo di averlo colpito. Ho sbagliato. Ci sto male. Voglio cambiare". I genitori del quindicenne faticano a credergli. E per loro sono difficili da mandare giù pure le dichiarazioni di psicologa, assistente sociale, educatrice: l'imputato "ha un sistema elementare di elaborazione dei rapporti e del vissuto e non è in grado di fare ragionamenti complessi".
Viene poi ascoltata la madre dell'omicida e del fratello coindagato, di cui si occupa la procura ordinaria. Racconta di quanto è stato duro crescere i figli, sola, senza aiuto. "Posso dire la stessa cosa - le risponde la mamma di Giorgino - ma io ho tirato su un figlio splendido, che non riavrò più. Gli volevano tutti bene". Una quarantina di coetanei sono lì fuori a dimostrarlo, assiepati sul marciapiede con cartelli e slogan, guardati a vista da due poliziotti del commissariato di zona e da una squadra della Digos. "Nessuno dimentica". "Giustizia". "Pena esemplare per gli assassini". E quella richiesta di condanna "capitale" che, sperano i più saggi e i pochi adulti del gruppo, forse è stata scritta "solo perché l'aggettivo fa rima con banale". Poi, all'uscita dei familiari, sono solo singhiozzi e abbracci, altre lacrime.
Il processo, celebrato con il rito abbreviato, comincerà il 22 settembre. Per il fratello maggiore udienza preliminare il 12 ottobre.. -
°Andre°.
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In galera a vita.. . -
ELe™.
User deleted
non pagheranno mai sti bastardi.... . -
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ste merde.... . -
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ma può anke andarsene a fanculo .