E' morto a 82 anni Francesco Cossiga

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Amministratore
    Posts
    29,930
    Reputation
    +120
    Location
    Casale Monferrato

    Status
    Offline


    Roma - E' morto a 82 anni il Presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga. Un personaggio che ha contraddistinto la storia del nostro Paese. Una vita dedicata alla politica e all'impegno. A 16 anni si siploma e a diciassette è già tra le file della Democrazia Cristiana. Un crescendo di successi che lo porterà a essere il più giovane ministro dell'Interno e ad arrivare al Colle nel 1985. Un settennato che ha lasciato il segno, durante il quale viene soprannominato "Presidente picconatore" per le feroci stoccate con cui bacchetta la "Prima repubblica".

    Peggioramento nella notte. Le condizioni cliniche del senatore a vita, ricoverato al Policlinico Gemelli lunedì scorso, erano peggiorate nella notte. "Un repentino e drastico peggioramento delle condizioni circolatorie che ha necessitato la ripresa di tutti i supporti vitali. Allo stato attuale il quadro clinico è di estrema gravità", avevano affermato i medici del Policlinico nell'ottavo e ultimo bollettino.

    Ricoverato da otto giorni. Il presidente emerito della Repubblica è ricoverato da lunedì della scorsa settimana al reparto di rianimazione del policlinico Gemelli di Roma in seguito a una crisi cardiorespiratoria. Sono in corso accertamenti diagnostici per conoscere l’evoluzione della situazione. In un primo tempo le sue condizioni di salute si erano immediatamente aggravate, tanto che al senatore a vita era stata impartita l'estrema unzione.


    I 'RECORD' - In una giovinezza 'sprint' consegue la maturità a sedici anni, e quattro anni dopo la laurea in Giurisprudenza. A diciassette anni è già iscritto alla Dc. A 28 è segretario provinciale. Due anni dopo, nel 1958, entra a Montecitorio. E' stato anche il più giovane sottosegretario alla Difesa nel terzo governo guidato da Aldo Moro, il più giovane ministro dell'Interno (fino ad allora) nel 1976 a 48 anni, il più giovane presidente del Consiglio (almeno per quei tempi) nel 1979 a 51; il più giovane presidente del Senato nel 1983 a 55 anni, quindi presidente della Repubblica dal 1985 al 1992.

    'KOSSIGA' E GLI ANNI DI PIOMBO - Negli anni '70 e' identificato dall'estrema sinistra come il nemico numero uno: il nome "Kossiga", viene scritto sui muri con la 'K' e le due esse runiche delle Ss naziste.

    IL SEQUESTRO MORO - Il sequestro di Aldo Moro (16 marzo-9 maggio 1978) è il momento più difficile della sua carriera. Il fallimento delle indagini e l'uccisione dello statista democristiano lo costringono alle dimissioni. Sui 55 giorni del sequestro, le polemiche e le accuse a Cossiga sembrano non finire mai. C'é chi lo critica per l'inefficienza nella gestione della vicenda, qualcun altro addirittura di aver predisposto un "Piano di emergenza" che non mirava affatto alla liberazione dell' ostaggio. La accuse sono pesantissime, per anni se ne difenderà in modo fermo e tenace. In gran parte dell'opinione pubblica è radicata la convinzione che sia tra i depositari di molti misteri italiani degli anni del terrorismo. In un'intervista dichiarò: "Se ho i capelli bianchi e le macchie sulla pelle è per questo. Perché mentre lasciavamo uccidere Moro, me ne rendevo conto".

    L'AMICO DONAT-CATTIN - Presidente del Consiglio nel 1979, è accusato di favoreggiamento nei confronti del terrorista di "Prima Linea" Marco Donat-Cattin, figlio del noto politico Dc Carlo. Le accuse saranno dichiarate infondate dalla commissione inquirente.

    A PALAZZO CHIGI - Il suo governo cade nel 1980, impallinato dai 'franchi tiratori' democristiani che bocciano il suo 'decretone' che avrebbe dovuto benedire l'accordo Nissan e Alfa Romeo. Per un voto Cossiga si deve dimettere e con lui salta anche l'intesa. Un giornale titola ironico: "Fiat voluntas tua", alludendo alla soddisfazione dell'industria automobilistica di Torino per il mancato sbarco in Italia dei giapponesi.

    IL QUIRINALE - Per qualche anno rimane nell'ombra, lasciato ai margini dalla Dc del "preambolo" che chiude a qualsiasi ipotesi di accordo col Pci. Nel 1985 viene eletto Presidente della Repubblica con una maggioranza senza precedenti: 752 voti su 977 votanti. Dicono sì Dc, Psi, Pci, Pri, Pli, Psdi e Sinistra Indipendente. Per cinque anni ricopre il ruolo di "presidente notaio", discreto custode della Costituzione.

    IL 'PICCONATORE' - Nel 1990 cambia stile. Diventa il "picconatore", attacca il Csm, la Corte Costituzionale e il sistema dei partiti. Lo fa, dice, per "togliersi qualche sassolino dalle scarpe". Sollecita una grande riforma dello Stato e se la prende con diversi esponenti politici. C'é chi arriva a dargli del matto: lui risponde di "farlo, non di esserlo".

    ANDREOTTI E GLADIO - Nel 1990, quando Giulio Andreotti rivela l'esistenza di "Gladio", struttura parallela di difesa contro in pericoli provenienti dal comunismo che lo vede in qualche modo coinvolto, reagisce attaccando, se la prende con il suo partito dal quale si sente "scaricato". Il Pds chiede la procedura di impeachment.

    LE DIMISSIONI - Attende le elezioni del 1992 e poi si dimette con un discorso televisivo di 45 minuti. Esce di scena volontariamente: tutto il sistema che critica e accusa da due anni crollerà pochi mesi dopo sotto i colpi del pool di magistrati di 'mani pulite' che segue le inchieste su 'tangentopoli'.

    L'UDR E IL GOVERNO D'ALEMA - Ricompare a sorpresa nell'autunno del 1998, al momento della crisi del governo Prodi. Fonda l'Udr (Unione Democratica per la Repubblica) e dà un sostegno decisivo alla nascita del governo di Massimo D'Alema. L'idillio dura poco. Dopo meno di un anno Cossiga lascia l'Udr e torna a fare il battitore libero.

    L'APPOGGIO A BERLUSCONI - Alle elezioni politiche del 2001 dà l'appoggio a Silvio Berlusconi, tuttavia in seguito, in Senato, non voterà la fiducia. Da allora non ha mai mancato di intervenire nei momenti cruciali dell'attività parlamentare e del governo dispensando critiche, ma anche 'consigli', ai presidenti del Consiglio e ai capi di Stato che si sono succeduti in questi anni. Fino a pochi mesi fa, quando a cominciato a far sentire sempre di meno la sua voce: forse per una leggera depressione, sostenevano i soliti ben informati, o forse per l'acuirsi di alcuni problemi fisici che lo avevano tormentato negli ultimi anni. Fino all'epilogo di oggi.

    HA LASCIATO 3 LETTERE A VERTICI STATO - Il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga ha lasciato un testamento con le sue ultime volontà e tre lettere personali e riservate ai vertici delle istituzioni. Le lettere dell'ex capo dello Stato sono indirizzate al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al presidente del Senato Renato Schifani e al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Il testamento dovrebbe contenere le ultime disposizioni di Cossiga rispetto ai suoi funerali.(

    Edited by davideinsound - 17/8/2010, 15:45
     
    Top
    .
  2.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Ste.Loves.His.Princess!

    Group
    Administrator
    Posts
    13,812
    Reputation
    0
    Location
    Mondovì (CN)

    Status
    Offline
    ma caz all'1 era vivo..booo cmq non è ke mi dispero x qst...
     
    Top
    .
  3. fux90
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Azz poveraccio...
     
    Top
    .
  4. TeCHno_vi_87
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    indifferente nei confronti di un uomo di Stato che ha sempre taciuto e non ha dato mai spiegazioni riguardo a certe vicende.......vedi ad esempio "Strage di Ustica", "Sequestro di Aldo Moro" ecc...
     
    Top
    .
  5.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Amministratore
    Posts
    29,930
    Reputation
    +120
    Location
    Casale Monferrato

    Status
    Offline
    ho letto così in giro perchè non sapevo quasi nulla della sua vita politica questo era un altro furbo come il suo amico nano
     
    Top
    .
4 replies since 17/8/2010, 12:55   42 views
  Share  
.