Addio al giradischi: finisce un'era in discoteca

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    Poche righe appena: «Panasonic cessa la produzione dei giradischi analogici e destina gli operai che li costruivano ad altre mansioni». Nel comunicato non è nemmeno citato il modello più famoso della casa giapponese, il Technics SL 1200, l'unico giradischi che è insieme icona tecnologica, strumento musicale e reperto da museo.

    La storia. Il Technics SL 1200 nasce nel 1972 ed è una rivoluzione. A differenza di quasi tutti gli altri giradischi dell'epoca, non ha la trazione a cinghia, ma diretta: il piatto dove si appoggia il disco è collegato all'albero del motore ed è relativamente leggero, quindi raggiunge rapidamente i 33 o 45 giri che sono lo standard per la riproduzione del vinile. E' un exploit tecnologico notevole, ma un successo solo a metà. Pensato per il mercato domestico, il giradischi viene adottato soprattutto da radio e discoteche perché è robusto, affidabile, poco sensibile alle vibrazioni: perfetto per suonare a lungo senza problemi. E da suonare c'è parecchio: nell'anno del suo debutto, tra gli altri, escono «Transformer» di Lou Reed, «Exile on Main St.» dei Rolling Stones, il primo Roxy Music, oltre a «Ben» di Michael Jackson.
    Quando arriva la seconda versione, nel 1979, la musica è cambiata: in classifica ci sono Abba e Bee Gees, ma pure i Clash con «London Calling» e «The Wall» dei Pink Floyd. Il nuovo modello è disponibile anche in nero e presenta vari piccoli miglioramenti, uno su tutti: la manopola del pitch, che permette di variare la velocità di rotazione del piatto, è sostituita da un cursore verticale. Così l'SL 1200MK2 diventa il giradischi dei deejay, che ne usano due alla volta, e col pitch rallentano o accelerano il tempo delle canzoni per poterle missare senza interruzioni. Così nel Bronx Kool Herc inventa il breakbeat: la stessa canzone viene suonata su due giradischi, con un minimo intervallo di tempo, e col mixer passa dall'una all'altra per allungare le sequenze ritmiche, con un lavoro di copia e incolla simile a quello che oggi si farebbe col computer.

    La musica. Il Technics non è più giradischi, ma strumento musicale: con l'hip hop si diffonde lo scratch, che consiste nel portare indietro il disco di qualche giro e regolare con le mani la velocità con cui riparte. Forse il miglior esempio di scratch è ancora oggi «Rock It», hit di Herbie Hancock del 1983. Ma nelle top ten degli Anni 80 e 90 figurano parecchi brani in cui un giradischi (quasi sempre l'SL 1200) è usato per creare musica e non per riprodurla, da Afrika Bambaataa fino ai Portishead, da Grandmaster Flash ai Beastie Boys. Nasce il termine «turntablism», per designare un genere musicale e si organizzano i campionati mondiali per virtuosi dello scratch.

    La fine. Con l'avvento del terzo millennio il giradischi viene poco alla volta sostituito dal cd anche nelle discoteche e tra i deejay: oggi apparecchi come il Pioneer Cdj 1000 permettono (quasi) le stesse acrobazie del vinile. Esplodono Napster e gli Mp3, con l'iPod la musica diventa un flusso di bit. E arriva un software per usare il giradischi e il vinile per comandare la riproduzione di file musicali: la sensazione è la stessa dello scratch, ma sul disco non è inciso nulla, è il pc a riprodurre i suoni. Dopo tre milioni di esemplari, il Technics SL 1200 giunge nel 2008 alla sesta versione e cominciano a diffondersi subito le voci sulla sua fine, sempre smentite. Fino a qualche giorno fa, quando il giradischi è uscito di produzione per entrare nelle teche dello Science Museum di Londra.
     
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    Meno male..
     
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1 replies since 26/10/2010, 21:21   23 views
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