Blitz animalista, assalto a Green Hill: liberati 30 cani Beagle

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    Tredici gli attivisti fermati all'allevamento nel bresciano
    per furto, danneggiamento aggravato e rapina impropria


    BRESCIA - Dalle mani delle vivisezione a quelle dei liberatori. E tutte le volte un urlo e un applauso, per ciascun cucciolo salvato dai tavoli operatori. Eccoli, i cagnolini. Sono impauriti e quasi rassegnati, superano il filo spinato spinti dagli animalisti per essere portati al sicuro, lontano dagli esperimenti.

    Il blitz nel canile lager di Green Hill, nelle colline bresciane di Montichiari, però è fatto anche di numeri: alle fine saranno trenta i beagle salvati e tredici gli attivisti fermati dalla Digos per furto, violazione di domicilio, danneggiamento aggravato e, addirittura, rapina impropria. E c'è chi rischia l'arresto.

    Il blitz contro Green Hill, l'azienda di proprietà della farmaceutica americana Marshall, non è avvenuto in un sabato qualsiasi, ma nella Giornata mondiale contro gli animali nei laboratori. Un tam tam partito su Facebook e Twitter da settimane e sfociato ieri nella manifestazione di Montichiari, la quinta del 2012.

    In più di mille, con i pullman e con le auto, si sono dati appuntamento nel primo pomeriggio davanti al Municipio nella Bassa bresciana. Gli attivisti di Occupy Green Hill, provenienti da tutta Italia, hanno iniziato a riscaldarsi nel centro della cittadina, scandendo cori contro il sindaco Elena Zanola per i permessi concessi alla «fabbrica della morte». Fin qui le parole. Poi l'azione.

    Sotto il sole delle quattro, il corteo si è diviso: in quattrocento sono andati verso la collina di San Zeno, per raggiungere i cinque capannoni dove sono rinchiusi 2.500 beagle utilizzati per la ricerca. Preso in contropiede il cordone di polizia e carabinieri, è iniziata la sassaiola contro lo stabilimento. «Assassini, assassini», più che slogan parole di condanna.

    Nel momento di massima tensione con le forze dell'ordine, venti ragazzi e ragazze sono riusciti a scavalcare la recinzione da dietro. Una volta dentro, gli attivisti hanno iniziato l'opera: liberare dalle gabbie i cuccioli. Passati poi al di là del filo spinato ai colleghi rimasti fuori a fronteggiare gli agenti. Trenta i cucciolotti portati via e subito nascosti nei pullman e nelle auto. Tra sorrisi, urla e anche pianti degli animalisti. Arrivati i rinforzi, la zona è stata subito blindata e non sono mancati gli scontri. Tre gli agenti feriti in maniera lieve, tredici i manifestanti fermati e portati nella caserma di Desenzano. Tre di loro devono rispondere di rapina impropria: rischiano le manette.
     
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